Giornata densa di emozioni e riflessioni, la Festa natalizia del donatore svoltasi a Trento domenica 15 dicembre! Dopo la S. Messa officiata da padre Ezio Tavernini ed accompagnata dalla Corale S. Elena di Cadine, rivedendo il tradizionale schema di programma, quest’anno si è voluto puntare l’attenzione più sul donatore che sul dono del sangue sollecitando una riflessione generale sulle motivazioni che spingono i cittadini ad iscriversi all’Avis.

L’incontro prenatalizio avisino è una vera e propria tradizione, tanto che se ne trovano tracce ancora nel 1967, anno di fondazione di Avis Comunale di Trento, quale momento per scambiarsi gli auguri e per rinsaldare senso di appartenenza e fidelizzazione.

Il 2020 sarà un anno particolare, come ho ribadito nell’introduzione all’evento, poiché l’OMS ha deciso di insediare ufficialmente in Italia la celebrazione della Giornata Mondiale del donatore di sangue ed allora vogliamo considerare questa nostra odierna mattinata un’introduzione ideale alla Giornata stessa intesa non solo come festa o momento promozionale ma come occasione di riflessione personale sul nostro essere avisini nella società attuale, come recupero delle motivazioni che ci hanno indotto all’iscrizione ad Avis, non solo relativamente alla sua mission associativa istituzionale di coprire il fabbisogno nazionale di sangue ed emoderivati ma anche alla sua mission allargata di diffusione di stili di vita sani, di principi di solidarietà globale, di atteggiamenti di cittadinanza attiva.

Obiettivo di Avis Trento 2020: recuperare i valori della tradizione, valutarne efficacia ed adeguatezza nel nostro attuale contesto, rendersi consapevoli delle spinte emotive individuali, delle singole aspettative per proporre poi costruttivamente ed in pieno spirito avisino, progettualità per il futuro nel rispetto di ogni persona od idea.

Nella mattinata non ci sono stati effetti speciali, ricorrendo a mezzi audiovisivi… gli effetti speciali sono avvenuti in ognuno di noi uscendo dalla questa sala arricchiti di una nuova consapevolezza corroborante la vita di Avis Trento e di tutte le Avis.

All’ingresso erano stati distribuiti un foglietto ed una penna con l’invito di scrivere liberamente il motivo del nostro essere IN Avis e DI Avis, lasciando poi lo stesso foglietto nel cestino di modo che alla prossima assemblea annuale del 22 febbraio possano essere rese note le motivazioni più significative che spingono un cittadino ad essere in Avis.

Un nuovo roll-up rappresentava la popolazione residente di Trento al 01.01.2019: 118.324 mila cittadini, 45.152 di età non idonea per donare sangue, 73.172 con età idonea, 4.292 donatori iscritti ad Avis Trento. Nel grafico noi Avisini eravamo pertanto nella fascia colorata e che dà colore al resto dei nostri concittadini e di questo dobbiamo avere piena e responsabile consapevolezza, tenendo conto che l’avisino verace non è solo un donatore di sangue, ma un trasmettitore di valori e progettualità.

I saluti istituzionali sono stati volutamente ridotti ed anche le stesse autorità presenti più che rappresentanti politici sono stati considerati amici generosi di Avis che seguono il percorso associativo fornendo sostegno ed aiuto concreti. Dopo l’intervento del dott. Izzi, rappresentanti e dirigenti associativi hanno espresso con un breve intervento quasi uno spot promozionale il significato dell’essere Avis dell’organizzazione rappresentata.

Il tutto era stato introdotto dall’esperienza vissuta e narrata a modo quasi di storytelling dal nostro ospite e relatore: il dott. Izzi Giancarlo, oncoematologo pediatrico e Giancarlo Izzi, Presidente di Avis Comunale di Parma nella sua duplice missione di medico salvifico utilizzatore di sangue e di dirigente associativo Avis.

Sono seguite le toccanti parole di Valter Proia, Presidente di Avis Norcia, sezione gemellata dal 2017 con Avis Comunale Trento. Parole che hanno sottolineato la vicinanza espressa in un gemellaggio fatto non da mere formalità di rito, ma da un rapporto di costante e sincera vicinanza che è riuscito a trasformare dell’ordinarietà una cosa straordinaria al contrario di tanti atteggiamenti da parte di politici o dalle stesse Avis sovraordinate che avrebbero potuto portare concreto aiuto. Riportando le parole dirette di Valter Proia: “Con amarezza noi norcini ci siamo resi conto di essere stati tante volte solo usati con futili promesse per passerelle e comparsate in televisione, per strappare qualche like: per il resto tutto come tre anni fa, con macerie che sono il monumento a tutto quello che non è stato fatto. Il terremoto ci ha fatto però anche capire tutto quello che non si può più fare ma non è riuscito a far dimenticare agli Avisini di Norcia quello che si deve fare: non si può fare la festa dell’AVIS ma si deve continuare a donare e non importa se per farlo bisogna percorrere 90 km tra andata e ritorno, non importa se bisogna partire la mattina del sabato alle sette e a spese proprie. In un Avis di frontiera il dono assume un significato ed un valore particolari: invece del gesto in sé torna in primo piano l’uomo, il donatore con tutti i suoi problemi da ascoltare per scoprirli uguali ai propri, con le sue lacrime da asciugare che scottano come le tue, con le sue fragilità da capire e spesso da invidiare perché sono meno critiche delle tue. Ed allora solo con la testardaggine che caratterizza la gente di montagna si continua a combattere con le uniche armi a disposizione che sono una forte motivazione ed un grande entusiasmo che però a volte sembrano vacillare. Ed allora avere amici come gli avisini di Trento, partecipare alle loro feste serve a ricaricare la molla, come quella degli aereoplanini, che per volare hanno bisogno di girare rigirare l’elastico. Un grazie che nasce dal cuore e che dopo essere stato pronunciato continua a rimbombare nell’anima”.

Sono seguiti interventi del Presidente Avis del Trentino, Franco Valcanover, del rappresentante regionale in AVIS Nazionale, Fulvio Dallapiccola, del dott. Patrizio Caciagli, in rappresentanza dell’APSS, di Tomas Ress di Aquila Basket e della prof.ssa Laura Rubagotti, del liceo “G.Prati” di Trento: tutti hanno ribadito l’importanza di collaborare e condividere progetti per una reciproca crescita nell’ottica di un miglioramento socio-sanitario e culturale della nostra cittadinanza. Infine la giovanissima studentessa Annalisa ha letto il suo poster “10 buoni motivi per donare”.

A conclusione il Coro Dolomiti ha festeggiato con Avis Trento i 70 anni della sua fondazione offrendo un repertorio vario di canti, magistralmente presentati dal sen. Giacomo Santini.

Un caloroso brindisi augurale accompagnato da un buffet, curato da volontari avisini, ha degnamente concluso la festa natalizia del Donatore Avis Trento.